Balia
Scrivo sulle sue pareti gli echi che ascolto quando le emozioni diventano troppo alte, quando tutto dentro diventa terremoto.
Credo in ciò che sento, traduco ciò che provo, plano sulle ferite e le seziono dall’alto.
Nessuno vede queste valli, solo i miei occhi.
Nessuno tocca le macerie, conta i silenzi o sente le crepe.
Non posso lenire né curare…
E allora mi limito a cullarmi con le parole,
sono la mia balia, la mia tata, l’unica che può entrare in questa povera anima…
È un bambino da accudire, così sconsiderato che corre lungo i sassi della vita sperando di giocare per sempre senza farsi più male.[Yelena b.]