Sai, non sono mai stata una principessa. Le scarpette proprio non mi calzano. Ho i piedi ribelli e le ginocchia sbucciate dalla vita, dalle volte che sono caduta. Detto da te però aveva un altro effetto, un maledetto effetto: mi rendeva vulnerabile, mi faceva credere che forse il mio aspetto barbaro poteva piacere a qualcuno, che non ero poi così detestabile, che alla fine meritassi anche io di essere amata perdutamente. Così per una volta in vita mia ho creduto in una favola che appartenesse solo a me, quella che i sogni li aveva appesi sul soffitto della sua camera, tra un incubo e un attacco di panico. Ho messo su il mio vestito più bello cercando di calzare quel ruolo, ho preso un treno per arrivare tra le tue braccia. Tu, che di principesco non avevi nulla, ma eri altrettanto barbaro e scalzo quanto me, ai miei occhi eri magnifico. Quanto ti ho amato… non riuscivo a dirlo, mi soffocavo dall’emozione, il cuore mi rimbombava nel cervello… la tua principessa. Le cose belle finiscono quando meno te lo aspetti, improvvisamente, così improvvisamente ho smesso di essere la tua principessa. Da un momento all’altro senza spiegazioni, litigate, scontri, scenate. Che favola era questa? Mi sono chiesta… la risposta non me la sono mai data. Ancora adesso penso che le favole appartengono solo ai bambini, quando le vivi da adulto sono solo sogni sgangherati.©

sbucciate

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