Quando mi hai lasciato fuori ho capito che non mi avevi mai accolta nella tua vita. Ero sempre stata sull’uscio, a bussare. Eri troppo abituato a vivere da solo, forse troppo rannicchiato dentro gli spigoli dei tuoi stessi limiti, da non renderti conto di non avere più spazio intorno per nessun altro. Ti sei dipinto il corpo di segni evidenti, come un soldato e le sue ferite di guerra, senza pensare che quei segni stavano diventando il tuo muro: avrei potuto percorrerli in lungo e in largo, studiandoli in ogni particolare, ma non sarei stata capace di superarli, mi avresti fermato prima. Più mi avvicinavo, più il muro si alzava. Mentre mi innamoravo di quei segni e li facevo miei, tu prendevi le distanze. Non era un modo per proteggere me, era il tuo modo di proteggere te e le tue debolezze, non sarai mai pronto per dividerle davvero. O semplicemente, forse non sono io quella con cui lo farai… perché se avessi davvero voluto me, io sarei stata là, offrendoti altri segni, i miei. Ne ho tanti anche io, non visibili, ce li ho nascosti ovunque: li copro con un sorriso e con tanti silenzi. Credevo di aver trovato in te l’altra anima con cui dividerli, ma tu sei diventato il segno più grande, il silenzio più grande, quel silenzio inascoltato a cui continuo a parlare tutti i giorni della mia vita.©

tatooo

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