Brindisi

Sarebbe stato l’ultimo. L’ultimo brindisi.
Non ce n’erano mai stati di imporanti, quello si, lo era.
Aveva deciso di brindare alla luna, quella notte senza aspettare più.
Il sapore del prosecco che aveva versato nella coppa avrebbe avuto un altro sapore, ne era sicura.
Non aveva mai bevuto molto nella sua vita, se non un paio di birre per sbaglio o qualche sorso di vino ogni tanto, di fatto non le piaceva bere.
Le piacevano altre cose: le piaceva gustare i suoi sogni, la sera prima di dormire, quelli che non si erano mai avverati. Uno in particolare, l’ultimo, il più agognato, sospirato, capitato per caso quando era già stanca, quando la vita le aveva fatto girare troppi angoli sbagliati.
E quel sogno così atteso, era diventato il più sbagliato di tutti…
Doveva brindare a lui, quella notte stessa e poi dirgli addio, perché era giunto il tempo.
La festa andava, tutti si divertivano. Chissà se qualcuno si sarebbe chiesto che fine avesse fatto…
Ma no…! Lei era invisibile, lei rideva e illuminava gli altri, ma era totalmente invisibile.
Aveva gli occhi in tempesta e nessuno lo notava.
Si versò lo spumante e sgattaiolò fuori, senza cappotto, nel suo vestito leggero, scarpette col tacco e con il silenzio degli intenti dentro.
L’adrenalina le scorreva dentro come un fiume… salì le scale verso la terrazza, facendo il più piano possibile.
“Cuore non tradirmi ora, sai che devo, sai che dobbiamo” si ripeteva.
Aprì la porta finestra e si trovò faccia a faccia con il cielo affollato di stelle e là in mezzo, alta come una regina splendente, c’era la luna, sorniona e benevola.
Deglutì: la sensazione di freddo sul corpo poco coperto si fece sentire, d’altronde era febbraio…
Lentamente mise un passo avanti all’altro, verso il parapetto.
Avrebbe avuto paura, lo sapeva.
– Andiamo tra le stelle ora, mio cuore. A noi due, che abbiamo pianto sempre insieme… noi due che non abbiam mai fatto pace con il mondo… c’è tanto posto lassù per noi… –
Vide la luna riflettersi sul vetro, attraverso il vino e bevve tutto d’un fiato.
Ora doveva andare.
Poggiò piano il bicchiere sul pavimento e poggiò le mani sul parapetto.
– Non guardare giù cuore mio, o non vedrai più le stelle… –
Prima una gamba, poi l’altra.
Il vuoto…

cielo

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