Schegge di follia (Febbraio 2011)

La sua vena di follia si era scatenata: forse aveva solo perso per un attimo la visione del giusto e dello sbagliato. A conti fatti non aveva importanza. Si sentiva ferita. Ferita dentro. Umiliata, ferita, schernita… anni di silenzi, in cui ogni grido soffocato le aveva tolto un pezzo di anima. Il giorno che si era guardata allo specchio era stato tremendo, la constatazione della sua completa distruzione morale era là e non poteva più sfuggirle. Era sempre composta, ben pettinata. Non voleva più esserlo. Voleva essere selvaggia come il vento. Voleva essere impetuosa come una rapida! Voleva essere un lampo potente che illuminasse il cielo notturno a giorno, un urlo potente che squarciasse la terra… voleva vivere perché la morte le aveva già tolto quasi tutta l’anima……………………………………

Ora doveva solo capire cosa fare. Recuperare i pezzi mancanti di sé stessa non sarebbe stato possibile… E se in quella lucida follia si nascondesse invece l’unica soluzione? Era come se quella nuova consapevolezza le avesse aperto una porta sull’infinito. Swim or sink…. nuotare o affogare…

No… aveva boccheggiato per troppo tempo in balia delle onde, ora era tempo di nuotare con tutte le sue forze… e riprendersi ciò che le era stato negato…

Solo una cosa le rimbombava in testa… mai più avrebbe permesso a nessuno di riservarle indifferenza! Non avrebbe più permesso a nessuno di trattarla come un cane a catena, come un essere addomesticato che si contenta di un pasto e una carezza distratta e frettolosa. E se questo richiedeva di essere ribelle e intrattabile poco importava. Poco importava se si fosse ritrovata da sola a combattere una battaglia contro i mulini a vento… tanto era stata sola per tanto tempo anche in compagnia di qualcuno! Che differenza avrebbe fatto se il resto del cammino lo avesse fatto da sola?©