Esperimento letterario deliri di una mente III

Esperimento letterario deliri

Fonte foto Laura Makabresku
http://lauramakabresku.blogspot.it/

Esperimento letterario Deliri di una mente III

In equilibrismo
Sulle tue piccole certezze
La vita che proteggevi è sfuggita
Di lei non ti resta molto
Solo quello che per te ha significato
il regalo che avevamo sognato
Ci resta fra le mani
Misere ossa
che non hanno nome
perché non gliene abbiamo mai dato uno. [Yelena b.]

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esperimento letterario deliri

Fonte foto, Laura Makabresku, blogspot



È un pomeriggio così inusuale, l’aria sa di te.
Me lo sono segnato sul calendario questo giorno, quando lo leggerai sul mio diario capirai.
Oh si ti ho scritto tutto, preciso, ordinato, studiato.
Ho preparato il the, come quando c’eri tu, vedi le pillole? Le manderò giù tutte, senza esitazione. Mi diverte l’idea di raccontartelo con tutta questa lucida consapevolezza. Di farti passo per passo la cronaca di questo nostro gesto sconsiderato, poiché vedi? Non sono sola: siamo in tre… tu, io e il nostro figlio mai nato. Mai nato.
Te lo dissi quando andasti via che un giorno avresti avuto il conto e da allora io ho iniziato ad accumulare goccia a goccia tutto il mio odio per te. L’ho mischiato al veleno in questa boccetta. Ne sono immune ormai, ma lui no. Lo sento piangere di notte sotto la quercia e non lo sopporto, capisci?
Impazzisco!
Come sarebbe stato bello quel bimbo paffuto…!
Te l’ho disegnato tra le parole perché ti resti, dovrai ricordarti di noi e rimpiangerci, ogni momento.
Non sono pazza e non lo diventerò nemmeno dopo che tutto sarà finito, me ne vado, conscia, ché non voglio diventarlo. Per te è stato facile andartene, nulla ti legava e nulla ti sarebbe importato, mi hai lasciato un fardello da portare che ti restituirò.
Ma ora basta. È arrivato il momento di andare.
Non è un addio, tornerò ogni notte a piangere sotto la quercia insieme all’unico pezzo di te che mi hai lasciato.
E voglio che tu ci senta come la tua dannazione.
Con Amore
Marta
[Yelena b.]

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Esperimento letterario

The Night, by Mala Lesbia, Deviantart

E così è qui che si arriva…
Buffo…
Credevo non ci fosse oltre.
Vi vedo… ma non so se mi piace.

Sei arrivata nel luogo dove dovevi arrivare.
L’uomo non è altro che la serie delle sue azioni.
E ci sono equilibri che devono essere ristabiliti.

… ho l’anima macchiata di un colore che non avrei mai voluto.
Non sarei stata né una brava madre né una buona moglie…

Vuoi vedere cosa sei?
Avvicinati un poco e te la mostrerò
Potrai vedere il suo riflesso in questo specchio.

… non fatemi vedere ciò che sento di essere!
Un mostro sa di essere mostro ed io lo sono!
Ma ditemi,
fa sempre così freddo qui?
È lo stesso freddo che sentivo quando ero viva…
Lo stesso freddo a cui volevo fuggire…..

È un freddo così pungente che penetra in profondità.
Lo si sente nelle ossa, nello spirito.
Invade.
È dappertutto.
Permea l’aria, ormai satura.

Lo conosco fin troppo bene…

Anche io lo conosco, ma per me non ha importanza

Lo avete portato… voi?

L’oscurità porta con sé il silenzio e il gelo.
Gli appartengono, si sentono a casa.
Qui, è buio, fa freddo.
Da sempre.

… non intendevo il freddo…
intendevo se avete portato voi il mio bambino….

Bambino?
Quale bambino?
Spiegati meglio.

… mio figlio…

Ah già tuo figlio.
La macchia nera che hai in mezzo al petto si sta espandendo come un onda di un oceano in tempesta

Oh no… quello è il mio peccato.
Il mio bambino era fatto di seta e stelle, non avrebbe potuto restare con me Non avevo mani adatte per accarezzarlo..
E poi… lui non lo voleva…
Non ci voleva

Ora ricordo…
aveva un bel musino.
Ma che fine orribile povera creatura…

Avrei voluto vederlo…
Quel suo viso paffuto…
Mi ha detto di sbarazzarmene prima che fosse tardi.
Capite?
Era già così tardi…!
Non ha voluto sentire ragioni…

Tardi?
Le sue grida ci hanno fatto rizzare i capelli.
Un suono acuto, terribile,
seguito poi da un lungo silenzio.

Non dite così!
Lo sentivo…
io lo sentivo!
Qui nel mio ventre…
Mi spinse… oltre, ove non avevo scelta! Era nato dentro di me… ma non in lui Non ci voleva
Voleva un’altra vita, altrove.
Non ho potuto fermarlo…

Fa freddo…
E non posso farci niente

Fammi pensare meglio…
Ora è in un prato lontano.
Lontano dal rumore, dall’apatia, dall’indifferenza,
ma soprattutto è privo di quelle ferite profonde.
Ho ancora in mente quel corpicino immobile
e imbrattato di sangue.
Ora è nel posto che merita

Anche io… sono dove merito

Dobbiamo andare, vero?

So che il mio debito va pagato…

Vieni dunque.
La barca è laggiù in fondo avvolta nel buio

Sono pronta…

Non appena raggiunta, siediti.
È già posizionata sulla rotta voluta.
Non c’è bisogno di altro.
Comincia a seguirmi.

Vi seguo….
ma prima vorrei chiedervi solo un ultima cosa

Nei hai facoltà.
Dimmi pure.

… gli portereste un bacio? Solo uno… ve ne prego!

Mentirei se dicessi che sarebbe possibile.
Nessuno lo ha più visto da allora.
E qui non è passato.
Era destinato ad un altro viaggio.
Pensavo avessi capito

… tornerà in qualcuno che avrà più forza di me…
Andiamo…

Vieni dunque
Il tempo delle domande è finito

La dannazione mi aspetta……
E non è diversa da quella che ho già provato…

Man mano procederemo l’oscurità si farà sempre più crescente
Io la conosco a sufficienza, ma tu ti dovrai abituare,
come al freddo gelido del resto

Abituare……..

Sei qui per causa tua.
Perché lo hai voluto.
Andiamo, non c’è più indugio
sei stata ricompensata per l’eternità.

Un debito va pagato sempre,
con la vita e con l’anima.

Ti abbiamo dato ciò che volevi.
[Yelena b./F. De Agostini]

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Fonte foto, Laura Makabresku blogspot

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