Erotico

– Alessandra… –

E il mondo era sparito. Lo aveva detto con quella voce suadente, lenta, cupa e per me era diventato l’unico suono udibile fra tutto quello che c’era intorno a noi.

Non so spiegare quel calore: ad ogni lettera del mio nome che usciva dalle sue labbra lo sentivo salire quasi insopportabile fino allo stomaco e mi ritrovavo con i sensi totalmente impazziti, totalmente bagnata.

– Hai le guance rosse… Alessandra. –

“ho te dentro che mi stai scopando piano…” avrei voluto rispondergli, mi salvava la distanza, il fatto che fosse di fronte a me invece che accanto, in quella tavola, in mezzo agli altri.

– Fa caldo, non ti pare? – mi limitai a rispondere sfoderando un sorriso, quasi distratta.

Non ero una cacciatrice di uomini e non mi piaceva esserlo, preferivo essere sorpresa e presa, perché mi lasciavo prendere solo da chi avevo scelto io, senza sgomitare, senza attirare attenzione. L’idea di essere scelta io stessa, fra tante, mi lusingava. Non mi sarei mai dichiarata, a nessuno, in nessuna circostanza. Volere me, così riservata e in disparte, mi faceva sentire notata: anche anonima, spiccavo ugualmente. Non che fossi brutta, anzi. Tutti cercavano la mia compagnia, le mie risate, le mie battute senza mai tralasciare uno sguardo al fondoschiena e al seno, entrambi decisamente di proporzioni gradevoli e sempre messi in risalto, senza esagerare.

Uno sguardo al culo un uomo te lo concede sempre, vuoi o non vuoi, amico o conoscente…

E io, da buona giocatrice, mi tenevo sempre un passo indietro a tutti. Ma non oggi. Non con lui, così magnetico…

Come mi era difficile frenare gli istinti quando mi capitava un uomo così, quando sentivo il desiderio scalpitare dentro: tanto quanto era difficile trovare un uomo che mi facesse quell’effetto.

Un uomo e i suoi brividi. Per una come me era letale.

Tenere a bada i maschietti anonimi non era difficile, bastava far loro credere che ero frigida, totalmente disinteressata al loro sesso.

Spiegare cosa mi accendesse come un fuoco era difficile… era difficile spiegare che bastava una voce per arrivare all’orgasmo, spiegare che bastava il pensiero delle sue dita a farmi sciogliere come neve al sole.

Non era un pene, la sua durata o la sua velocità… era un dito. E quella voce… ossessivamente erotica.

– Ti accompagno io a casa stasera, Alessandra –

Sapevo già come sarebbe finita quella sera… mi aveva chiamato troppe volte, masticando lento il mio nome in bocca che se me lo fossi trovato addosso gli avrei fatto mangiare anche tutto il resto…©

http://www.youtube.com/watch?v=WRHdW2ZDsNA

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