Gli anni passano

Gli anni passano
Tutto trova il suo spazio e la sua collocazione, anche quando resta sospeso.
Io non so quando, ma in un momento preciso ho scelto di persistere, ci sarebbe stato bene cedere, ma no, non era da me: la crisalide aveva finito il suo corso, era ora di affrontare la vita con le nuove sembianze, pur non avendo ancora compreso quale fosse il posto che meritavo.
Dovevo trovare il coraggio di osare, di chiedere, dovevo maturare la sicurezza di pretendere il meglio.
Accontentarsi può sembrare umile e modesto, sognare in piccolo, volare basso in modo da raggiungere per gradi ciò che desideri… in un mondo di squali tutto questo ti rende debole e sacrificabile. Nessuno combatte per qualcuno così semplice e ‘scontato’, tu comprendi, capisci… tu ci sei sempre, sei una certezza.
Un pilastro, generoso e anche sciocco, che resta malgrado tutto.
Da pilastro ho vissuto tutti i terremoti più devastanti, di quelli che ridurrebbero in macerie qualsiasi edificio, sono comunque sopravvissuta, nuda e storpiata dal dolore.
Ho passato notti interminabili, nella solitudine e nel terrore più nero, il domani così incerto e traballante mi spaventava al punto che stentavo a respirare.
Non raccontavo mai a nessuno di questi viaggi terrificanti, non volevo essere consolata, appoggiarmi di nuovo a qualcuno era l’ultima cosa che volevo.
La delusione si era presa la fetta più grande di me ed aveva cacciato via tutti i migliori propositi, non avevo speranza e non volevo averne, da nessun abbraccio.
Ancora oggi quando mi abbracciano percepisco uno strano disagio: il primo istinto è mettere le mani avanti e mantenere le distanze, un rifiuto netto verso un gesto che per tutti gli altri è solo segno di affetto. Per me non lo è, ho sempre paura di venire tradita.
Vorrei poter dire che si guarisce da certe cose, ma non posso. Io resto malata dentro, in un punto inaccessibile dove conservo quel poco che resta di una donna fragile e innamorata, quella che riponeva fiducia negli altri e che ora non c’è.
Avrei voluto restare come lei, in una sorta di semplicità assoluta, senza questa amara consapevolezza che mi rende antipatica e fredda, ma sento che ho solo imparato a fare senza quello che non mi spettava.
Se nasci nell’epoca sbagliata, con valori che non valgono più, sei fuori tempo, fuori luogo e vieni emarginata, devi imparare a cavartela lo stesso, in un modo o nell’altro.
Ho lottato in silenzio da sola e solo io so qual è stato il prezzo che ho pagato per uscire dall’inferno: di tutto ciò che ho ora, devo ringraziare solo una persona.
Me.
Ora so riconoscere chi è degno di far parte della mia vita e chi no.
[©Yelena b.]

Gli anni passano

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