Eravamo due al principio di un tempo, quello che ci apparteneva
due, ci eravamo scavati un senso
il mio correva lungo i tuoi fianchi,
il tuo dalla gola scendeva inesorabile dritto a picco nello stomaco…
Adoravo quel tuo amore malevolo,
dolce il meno possibile,
che ti rendeva continua astinenza
Oh mani
quelle tue mani
le sentivo cantare mentre mi aprivano lente
Come potessi chiamarti Amore
non me lo spiego ancora, mio Demone
Eri il mio angolo di infernale paradiso
esigevi un sacrificio che si compiesse in ogni amplesso, tra le labbra o negli occhi!
Cuore e Anima estirpate a vivo, bevute avide tra le parole…
tra i mille silenzi imbastiti quando volevi di più… quel più che non potevo darti!
Ho una cicatrice che avresti potuto far diventare un solco fertile
avevo due semi da far germogliare,
avevo preparato per loro il letto, vedi? Per te!
T’ho aspettata, sempre
ma non sei mai tornata a vederli…
Lei mi sfiora, si addormenta con me
la sento respirare
a volte vorrei dirglielo
non inizio nemmeno
è che qualsiasi altra mano non mi profana e non mi immola tanto quanto la tua
dovunque hai portato le tue mani io vivo, in punta di dita.
[Yelena b.]