Mi preoccupo per te lo stesso
Non dovrei visto che sei stato la delusione più grande della mia vita.
L’amore è perseverante, quando mette radici continua a crescere, anche nell’indifferenza dell’altro.
Così, mentre guardo la pioggia scendere copiosa, il mio pensiero si imbarca in questo sciocco viaggio verso te. Ripassa e lucida le bugie, le rispolvera per bene e poi ammira il risultato.
Ogni piccolo ricordo viene risistemanto esattamente, con maniacale dovizia: tutto ma proprio tutto deve essere drammaticamente come è, menzogna per menzogna.
Quando entro a casa tua sento la tua voce riecheggiare e dire tutto quello che ci siamo detti, non posdo permettermi di scordare nemmeno una sillaba.
E ti vedo di spalle, seduto alla scrivania: la luce che filtra dalla finestra illumina solo te, come su un palco a teatro, la tua schiena è il mio monologo indelebile: quello in cui ho scritto più respiri che potessi.
Piove, là, su quell’albero di ciliege che ha visto solo me e nessun altra. Ci sono luoghi in te in cui sono entrata solo io e hanno avvelenato solo me.
Piove e mi chiedo come stai.
Se i tuoi occhi sono ancora accesi o se li hai spenti per un po’, quel po’ che basta per dimenticare.
Rido al pensiero che ti devo ancora dei soldi… Tu mi devi di più: tre speranze, un’illusione e un ti amo mai pronunciato.
Delle tue promesse ho fatto uno scrigno e poi ci ho messo il cuore, non l’ho chiuso a chiave, tanto da quando non ci sei… Non batte più.
‘Come stai?’
‘Bene’
Anche io.
[Yelena b.]