Un passo indietro

Prima restavo un passo indietro, guardavo la gente camminare spedita verso le cose della propria vita, tutti ben vestiti, ben curati, ben inseriti, con la sicurezza attaccata alle smorfie dei volti, senza accennare sorrisi.
Li guardavo da quella minima distanza, non perché non mi sentissi parte del loro stesso mondo, ma perché forse in quel mondo facevo fatica a tenere quel benedetto passo per entrarci davvero.
E lo facevo sempre… in metro… in macchina… passeggiando… o restando seduta sulla panchina che mi ero scelta come punto di osservazione.
Mi passavano davanti storie, facce, profumi, espressioni.
Indecifrabili scorci di esistenze a cui mi rapportavo sempre con la distanza di quel passo indietro.
Nella vita non sai mai cosa ti succede, guardare gli altri vivere mentre le insicurezze ti si inghiottono ti porta ad un punto di rottura, un punto dal quale si esce con le ossa rotte.
Mi sono ritrovata a camminare dapprima sulla stessa riga degli altri, poi un passo avanti: improvvisamente non avevo più tempo per guardare gli altri camminare….
improvvisamente avevo scelto la mia strada e da allora non ho più nemmeno tempo di guardare indietro.©

sguardobellissimo

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