Pensavo che è di nuovo maggio

Pensavo che è di nuovo maggio, questo è il nono maggio senza te.
Il tempo è passato all’inizio molto lentamente, ora va cammina spedito, rosicchiando i giorni veloce come un criceto fa con i suoi semi.
Alcune cose fatico a ricordarle, altre sono nitide e ancora bruciano, il punto è che continuo a non essere pronta. Non riesco ancora a respirare bene, la paura me lo impedisce. Sarebbe bello fare un respiro profondissimo senza sentire quel secco dolore dove una volta c’era amore… e non so quando tutto questo finirà davvero.
È il nono maggio senza te e da anni mi sono resa conto di quanto fosse fragile il nostro amore, io troppo innamorata, tu troppo bravo a distruggere.
Le promesse che mi hai fatto erano solo parole, mere parole senza alcun significato, dette a chissà quante altre.<br> Avrei voluto leggere nei tuoi occhi almeno una volta una di quelle parole, ma erano solo sulla punta della tua lingua, velenose e lascive come il più perfetto degli inganni.
Non ti ho perdonato nulla, nemmeno quel bacio sulla caviglia che tanto mi aveva emozionato, un gesto perfetto di assoluta tenerezza che non t’è mai partito dal cuore.
Mi chiedono dov’è che si sanguina quando il cuore s’accartoccia, oh io lo so… è su quella caviglia che io sento il dolore più lancinante ch’abbia mai conosciuto, l’abisso più profondo nel quale sono caduta, e tutte le parole venute dopo sono diventate altrettanto letali, odiate e rifuggite.
È il nono maggio senza te e senza me, che sono rimasta indietro a cercarmi i pezzi e non li ho ancora trovati.
[©Yelena b.]

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