On the last good day of the year

On the last good day of the year

Stasera mi sono versata due dita di vino, mentre la cena sfrigolava in padella e sentivo Costeau.
Sei lontano anni luce ormai, eppure sentirti è un’abitudine che ancora mi concedo. Basta poco, l’amaro che gli altri tendono a lasciarci non passa mai facilmente, bisogna affrontarlo un pezzetto per volta. Io l’ho lasciato fare un po’ come voleva, dato che non ero così forte da combatterlo, così l’amaro ha finito per prendersi tutto il posto.
L’ho esorcizzato scrivendo. E nemmeno tanto bene.
Gli anni si sono accumulati, come un mucchio di foglie d’autunno, nei viali che calpesto dentro di me quando da sola finisco per rivivere il silenzio di quel tuo nome che troppo spesso torna.
Sei attaccato a tutto ciò che tocco o vedo, è buffo vero?
Il continuo parlarti… da brava sciocca.
Ho amato le tue belle bugie, la tua fiera di paese ai miei occhi di bambina innamorata.
Una principessa, senza scarpetta, senza regno, senza cavalli… solo disastri. Tu amavi me…! Che meraviglia crederci, si.
Credere che fosse vera.
Credere che quella carezza sul tuo viso che ancora è qua sul palmo della mia mano, avesse toccato quel tuo cuore pirata.
Solo una sciocca piccola insulsa sognatrice poteva perdersi nel suo calore, mentre te la faceva guardandoti negli occhi con tutta la tenerezza imbarazzante mai provata, imprimendo nella memoria ogni dettaglio di te, in accappatoio, seduto in cucina a casa tua. Non ricordo nemmeno cosa stessi dicendo, tanto ero impegnata ad imprimerti nella mia testa, in un fermo immagine unico.
Quando resto sola ho tutto il tempo di ritrovarti, perfetto, come ti ho lasciato, tra le note di questa canzone.
Ero la sola a tenerci alla nostra storia, la sola che avesse scelto di mandare tutta la sua vita al diavolo per l’uomo più bello e pazzo che avesse mai conosciuto.
Ho lasciato che tu giocassi con il tuo piccolo topolino fino a lasciarlo quasi morente, nella tua vendetta privata contro il mondo intero…
Bevo un sorso di vino e mi passa il solito pensiero, chissà con chi stai giocando ora, su quale seno stai infilando i tuoi artigli… ma non ha importanza.
Brindiamo, ti va?
Oggi sento che devo dirti ciao, più forte delle altre volte.
Oggi questa canzone non ha lo stesso sapore.
Cin cin, dolcezza, il futuro che mi avevi solo promesso non mi fa male, è l’ultimo giorno buono di un anno mai venuto, di un amore mai nato, di un uomo mai esistito.
È l’ultimo… anche questo addio non sarà l’ultimo, non mi viene mai.
[©Yelena b.]

On the last good day

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