Cioccolatino

Me ne andai.

Era l’unica cosa che in quel momento volevi da me.
Me ne andai, perché in fondo non ero più invitata nei tuoi sogni come prima.
Dei capricci ci si stanca presto, ci si stanca del superfluo, di un fatuo desiderio, ci si riempie la bocca di cioccolatini e si finisce per non sentire più il sapore diverso di ognuno.
Io ero solo l’ultimo di una lunga serie di capricci carnali, uno di quelli di cui si libera non appena se ne vede un altro in vetrina, più appetitoso.
Che importanza aveva se quel cioccolatino in realtà era una persona, stropicciar anime e scarabocchiare cuori era il tuo hobby non il mio.
Mi sono accorta di essere stata un cioccolatino da vetrina… assaggiato, masticato, ingoiato e digerito…!
Mi sono ripresa la mia anima e il mio cuore ormai ridotti in brandelli con la delusione cocente che solo una perfetta illusione instillata può infliggere!
Il tempo non è mai clemente con chi sta male, si rallenta, si distorce, si fa beffe di te… diventa così dura andare avanti e tamponare il sangue: quelle maledette ferite non guariscono mai del tutto e diventano paura, diffidenza, cinismo, solitudine.
Dolce amica…!
Come gli animali feriti ho fatto di lei la mia tana e le ho lasciato guidare i miei pensieri fino a ritrovare la forza. Ma la solitudine oltre ad essere un’infermiera premurosa ti sfigura e poi ti plasma. Non so se in bene o in male, in quel mare di dolore in cui si va giù più volte, l’aria diventa necessaria e l’amore non lo è più. Non è cattiveria, è sopravvivenza e non mi biasimo.
Non credevo davvero di vederti tornare. Non dopo tanto, non in quel modo.
Scoprirmi cambiata è stata la cosa più sorprendente: ho sentito nascere in me sentimenti che non mi appartenevano ma che per necessità il dolore mi aveva inevitabilmente insegnato.
Il cioccolatino che avevi scartato non era più in vetrina per te.
Quello che eri sicuro di ritrovare non era più a portata di mano.
Avrei potuto insultarti, prenderti in giro, restituirti il dolore…
E invece ti ho lasciato a marcire in un angolo.
Eri diventato tu stesso un cioccolatino in vetrina, già assaggiato, masticato, ingoiato, digerito, con lo stesso identico sapore di tutti gli altri che non avrei mangiato mai più nemmeno se me lo avessero gentilmente regalato.©

sguardocattivo

You may also like...

2 Responses

  1. Loreza ha detto:

    Vorrei tanto che tu fossi un cioccolatino avvelenato……cosí da far star male chi ti assaggia senza le dovute precauzioni

  2. Yelena ha detto:

    E chi lo sa? Magari ho il sapore dei rimpianti e dei rimorsi, più avvelenata di così non potrei essere. C’è chi è tornato a cercarmi 14 anni dopo… funziona così, prima mi mollano e poi mi ritornano a cercare e io… li mando a fanculo. Fine.
    🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.