C’era un giardino…
Era come passare una porta tridimensionale, aperta solo a lei.
In quei luoghi poteva respirare.
Si perdeva fra sogni che sapevano di antico e di lavanda, come le lenzuola della nonna, i profumi del fienile, lo scoppiettio del fuoco nel camino.
I prati fioriti della sua anima la rendevano una bambola di porcellana delicata, così lontana dalla realtà di plastica e tecnologia di quel mondo a cui non sapeva appartenere e forse mai sarebbe appartenuta.
Era scalza…
Un giardino meraviglioso,
abitato da folletti, fate, gnomi,
essere di altri tempi,
di altri mondi lontani.
Fiori di ogni genere, di ogni colore,
profumi di flagranze sconosciute,
miele degli dei,
persino farfalle che gironzolavano tra le margherite accese,
e plotoni di formichine intente a costruire nidi sicuri e accoglienti. Tutto era magia.
Sulla porta di ingresso una scritta scolpita nel legno
“Benvenuta tra i fiori
tra di noi
dolce angelo sei tu”
Un giardino incantato per chi avesse avuto l’opportunità di addentrarsi. Sarebbe occorsa prudenza però,
una certa dose di educazione,
sarebbe occorsa la giusta misura.
Piccole accortezze insomma, piccole tenerezze.
Il luogo si preannunciava come luogo di primavera,
di rinascita.
Chiunque vi fosse entrato avrebbe trovato accoglienza e ristoro. Chiunque predestinato.[©Yelena b/P. N.]