Principessa

Principessa

C’è una strana magia racchiusa in questa strana parola. Tutte siamo principesse, vero?
Oh no… Non tutte o per lo meno, alcune non lo sono per sempre.
Ci alleniamo da piccole per questo ruolo, sogniamo corone, balli, inchini e principi. E scarpette.
Io non sono stata una principessa da bambina, mia madre mi tagliava i capelli e mi faceva indossare i pantaloni perché mi ammalavo sempre e non potevo portare le gonne, bastava che mi sedessi sul pavimento a giocare per avere la febbre a 40.
Ero un maschiaccio, che ascoltava musica anni 50 e 60 e scriveva un sacco di storie strane… Non ero abituata alle favole ed è stato meglio così, crescendo ho capito che non lo sarei mai stata.
Non sono brava a farmi amare, non sono amabile, sono più brava a scatenare rancore.
Avrei voluto essere principessa, ma sono nata strega, strana e senza lustrini. Non cerco qualcuno che mi ami, qualcuno a cui mostrare tutte le mie bizzarre idee, quelle che coltivo la sera sul terrazzo di casa mia, mentre mi gusto un tramonto e accarezzo i miei gatti.
Ho fatto spazio tante volte tra le mie abitudini per accogliere qualcuno, ma mi sono accorta che io non ero mai la benvenuta nelle loro abitudini.
Avrei tanto voluto essere una principessa… Ho lavorato sui miei spigoli mentre mi curavo i lividi che mi lasciavano.
Ammutolivo anche io di fronte ai loro silenzi, ai loro muri, eppure ho provato lo stesso a scavalcare, da maschiaccio ce la potevo fare.
Ho provato e ho fallito: mi hanno lasciato fuori e fuori sono rimasta.
Avrei voluto essere una principessa, ma sono solo una donna, con spigoli e stranezze che ormai si è abituata… E chi si abitua a certe solitudini, sopravvive.
[Yelena b.]

 

Principessa

 

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