Mia madre mi ha insegnato a dire sempre ‘no grazie’
Non andavamo quasi mai a trovare nessuno, quando capitava, qualsiasi cosa mi offrissero, io dovevo dire ‘no grazie’.
Immaginatevi bambini e vedetevi davanti un vassoio di caramelle offerte dalla padrona di casa, volerne una disperatamente, mentre sotto lo sguardo severo di vostra madre, dire “no grazie”.
Non so se ci siete riusciti, se non ce l’avete fatta, avete avuto un’infanzia migliore della mia.
… Non è bello ve lo assicuro.
Io sono cresciuta legata a quelle due parole in maniera micidiale, tanto da venirne segnata.
Alle medie mi ricordo che usavo i soldi della merenda per comprarmi interi sacchetti di caramelle e li mangiavo per sentirmi di nuovo quella bimba che non ero stata.
Ho ancora quei fogli. Li tengo perché sono parte di ciò che avevo, il poco per cui mi sentivo ricchissima.
Tutti pensano di conoscermi e di potersi mischiare nella mia vita senza sapere chi sono stata o quello che mi è mancato.
Ho messo insieme tutto quello che non ho avuto e l’ho messo altrove, non mi è servito in fondo. Ma serve per capirmi… E a chi non ha tempo per ascoltarmi davvero, io dico ‘no grazie’, pur avendo voglia di provare.
‘No grazie’ preferisco la mia solitudine.
[Yelena b.]